PIERPAOLO CAPOVILLA E I CATTIVI MAESTRI
Scritto da Redazione Radio Flyweb il 31 Maggio 2022
Dopo la storica militanza ne Il Teatro Degli Orrori, Pierpaolo Capovilla inaugura l’inizio di un nuovo capitolo discografico insieme a Garrincha Dischi, pubblicando , il suo primo lavoro in studio con l’inedito progetto PIERPAOLO CAPOVILLA E I CATTIVI MAESTRI – fuori su tutte le piattaforme digitali e disponibile nello speciale formato in Vinile Rosso con gatefold a due ante e poster autografato – dirompente formazione in cui figurano anche Egle Sommacal (Massimo Volume), Fabrizio Baioni (LEDA) e Federico Aggio (Lucertulas). Annunciate anche le prime date dell’attesissimo tour della band – curato da BPM Concerti e in partenza domani dal Freakout Club di Bologna – che infuocherà i palchi di tutta Italia per il resto dell’estate.
«Dieci canzoni, otto cazzotti e due carezze, per raccontare questi tempi di violenza e sopraffazione, il paese e il mondo in cui viviamo». Queste le parole di Capovilla per descrivere il nuovo album che, in un momento storico colpito da un conflitto senza precedenti nel cuore dell’Europa, ha come tema dominante proprio la guerra. Guerra intesa come violenza nelle sue diverse accezioni, sia essa militare, simbolica o interiore. Sia essa quella che uccide i corpi o quella che ferisce il cuore. «Ciò che si teme nel disco è ciò che si sta verificando adesso. Non è una profezia, è il terribile ordine delle cose».
Fin dalla copertina – opera del giovane pittore Romanì Vasco Hadzovich, che raffigura un Cristo Gitano – il disco esprime una forte affezione nei confronti dei migranti e delle minoranze etniche, figure paradigmatiche del nostro tempo, accanto alle quali Capovilla e i suoi si schierano per lanciare una denuncia contro il razzismo che permea una parte significativa della società italiana, proponendo invece un messaggio di integrazione, di solidarietà e, soprattutto, di uguaglianza. «Che cosa ci rende fratelli e sorelle in questo mondo? Il desiderio di uguaglianza, talmente semplice che continuiamo a pensarla come qualcosa di impossibile».
Idealmente diviso in due parti – la prima massimalista e tumultuosa, la seconda più romantica e malinconica – l’album è un concentrato rock duro e puro, fitto di chitarre anche inusuali o disarmoniche, bassi roboanti e una batteria furiosa, in cui si coniuga la voce inconfondibile di Capovilla, capace di spaziare dal cantato, alle urla, alla declamazione, parole di incontenibile rabbia e sofferenza, che mettono a nudo la tirannide capitalista e lo sconforto sociale per un futuro mai così cupo come oggi.
“PIERPAOLO CAPOVILLA E I CATTIVI MAESTRI TOUR”
10/06 Hiroshima – TORINO
11/06 Druso – BERGAMO
25/06 Fans Out Festival – COSTIGLIOLE D’ASTI (AT)
22/07 Memorabilia Festival – RECANATI (MC)
Pierpaolo Capovilla, classe 1968, è un musicista ed autore della scena rock indipendente italiana. Cantante e bassista di uno dei gruppi seminali degli anni ’90, gli One Dimensional Man, con questi suona una serie sterminata di concerti in Italia e in Europa, e pubblica 5 album destinati a lasciare il segno nella storia del rock italiano più radicale e intransigente.
Nel 2005 fonda il gruppo Il Teatro degli Orrori, con cui si cimenta nelle sonorità a lui consuete, questa volta però cantando in italiano, e fra il 2007 e il 2015 pubblica 4 album che ottengono un inaspettato successo di pubblico e di critica.
Suona il basso nei primi due album del quartetto denominato Buñuel, capitanato da Eugene Sterling Robinson.
Il mai celato amore per la poesia lo spinge a cimentarsi in reading letterari dei suoi lirici più amati, da Vladimir Majakovskij a Sergej Esenin, da Pier Paolo Pasolini ad Antonio Delfini, fino ai più recenti progetti meta-teatrali, “Interiezioni”, su testi di Antonin Artaud, “Viaggio al Termine della Notte”, di Louis Ferdinand Céline, e “Finché Galera Non Ci Separi” di Emidio Paolucci, poeta detenuto nel carcere di Pescara, della quale Pierpaolo ha curato l’audio-lettura drammaturgica supportata dalle musiche di Paki Zennaro.
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Nell’opera di Capovilla sono certamente distinguibili la sua devozione per la tradizione del rock più sanguigno di matrice americana, l’affezione per la poesia e la drammaturgia russe, ma anche la passione civile e l’attaccamento ai valori democratici, sempre ribaditi tanto nei concerti quanto negli incontri pubblici.